“AMICI” di MAURIZIO COSTANZO in DE FILIPPI

Maurizio Costanzo, non ha nemmeno speso 150 euro per fare un  necrologio sui giornali per la morte di Fabrizio Trecca, il sodale di Licio Gelli che reclutava i giornalisti per la P2 e al quale il marito di Maria De Filippi si rivolse implorandogli di essere iscritto alla Loggia del “materassaio di Arezzo”, cosa che avvenne regolarmente.  Al punto che Costanzo, in segno di gratitudine e per ostentare pubblicamente che era stato “accettato”, pubblicò sul “Corriere della Sera” (domenica 5 ottobre 1980, titolo “Il fascino discreto del potere”) una intervista appecoronata al Venerabile che occupava l’intera terza pagina. Allo stesso modo il signor De Filippi si era dimenticato, nel dicembre del 2000, di fare un necrologio per la morte a Parigi di Bruno Tassan Din, l’ex direttore piduista della Rizzoli-Corriere della Sera che – su ordine di Gelli – lo aveva nominato immeritatamente direttore prima della “Domenica del Corriere” (chiusa), poi del quotidiano “L’Occhio” (chiuso), poi del primo TG prodotto da una TV privata, “Contatto” (chiuso).

Ha scritto Guido Paglia su “L’ultima ribattuta”:  quando la P2 venne scoperta “il più furbo di tutti si rivelò Maurizio Costanzo. Resosi subito conto che avrebbe rischiato l’ostracismo da quell’Olimpo dei media televisivi e della carta stampata che aveva appena faticosamente raggiunto, preferì giocare d’anticipo, all’americana. Messosi d’accordo con Giampaolo Pansa, rilasciò un’intervista sulla rete tv privata della Mondadori (poi diventata la berlusconiana Retequattro) in cui confessò tutto, cavandosela con l’ammissione “sì, è vero, sono stato un cretino”. Quando fece ritorno a casa (allora abitava in viale Mazzini), trovò però ad attenderlo il suo “reclutatore”. Inferocito per il tradimento in diretta tv, Trecca lo riempì di calci e pugni. A Roma si dice “gonfiandolo come una zampogna”. Poi, se ne andò soddisfatto. Costanzo, naturalmente, si guardò bene dallo sporgere denuncia. E grazie anche ad un rapido spostamento verso la sinistra politica, riuscì poco alla volta a far dimenticare la vecchia affiliazione alla P2, proseguendo senza danni la sua travolgente carriera televisiva. Naturalmente, su “Canale 5”, la tv leader dell’impero di Berlusconi, dove ritrovò Fabrizio Trecca, cui il generoso Cav aveva affidato una trasmissione di successo sulla salute come “Vivere meglio”, ma anche altri iscritti di primo piano alla P2 come Roberto Gervaso e Massimo Donelli (che divenne addirittura direttore di Canale 5”). Per la serie: restiamo fratelli. Per sempre. Fino alla partenza per  le Valli Celesti”.

L’ex senatore di Forza Italia, Giancarlo Lehner, ha scritto: “Fabrizio Trecca ci ha lasciati. Di lui, mi piace ricordare la moralità tosta sino ai cazzotti. Quando Maurizio Costanzo negò di avere qualcosa a che fare con la Loggia massonica P2, Trecca, in nome della verità e del coraggio delle proprie scelte, attese il conduttore televisivo sotto casa e lo gonfiò di botte. Lividi assai pedagogici, visto che poco dopo Costanzo, da coniglio risalì a livello dell’homo sapiens, ammettendo d’aver mentito”.

PER NON DIMENTICARE, LEGGETE L’INTERVISTA DI MAURIZIO COSTANZO A LICIO GELLI

http://antonella.beccaria.org/2010/05/15/corsera-5-ottobre-1980-il-fascino-discreto-del-potere-nascosto-parla-per-la-prima-volta-il-signor-p2/#more-4712

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